Suunto si impegna per assicurare che questo sito web raggiunga il livello AA di conformità alle Web Content Accessibility Guideline (WCAG) 2.0 e la conformità ad altri standard di accessibilità. Se riscontri problemi con l'accesso alle informazioni di questo sito web, ti preghiamo di contattare il Servizio Clienti al numero verde +1 855 258 0900 (Stati Uniti).

Ghiaccio “bollente” per l’ambassador Suunto Daniel Ladurner: nuove vie sul Gran Zebrù e Ortles

23 gennaio 2018

L'alpinista Daniel Ladurner ambassador Suunto apre nuove vie di ghiaccio su Gran Zebrù e Ortles

 

Daniel Ladurner, altoatesino, classe 1992, è un concentrato di vitalità ed energia, e nella vita “normale” svolge con orgoglio l’attività di contadino (di mele) presso l’azienda di famiglia nella zona di Merano. Ma il suo sguardo, da quando è bimbo, punta verso l’alto, alle cime più maestose. A 10 anni pensate con il padre era già salito in cima all’Ortles e Gran Zebrù, e oggi si può considerare come un’icona del moderno alpinista, capace cioè di esprimersi ad altissimo livello dallo sci estremo, al freeride-skialp, fino all’arrampicata. Quest’autunno ad esempio, in ottobre, ha lasciato firme indelebili su ghiaccio aprendo due nuove e straordinarie vie sul Gran Zebrù e Ortles. Ecco cosa ci ha raccontato…

 

 Nuove vie di ghiaccio sul Gran Zebrù e Ortles per Daniel Ladurner                                             

Le due vie aperte su ghiaccio sull’Ortles e Gran Zebrù le studiavo e le avevo in mente da tempo, ma le situazioni ambientali dovevano essere ideali per essere affrontate. L’ottobre scorso in questo senso è stato un mese perfetto: bel tempo, quindi con consistente scioglimento di neve, e freddo in quota; insomma, si sono create le condizioni per avere continuità della colata di ghiaccio. Così mi sono messo a studiare nel dettaglio la linea, dalla cima al fondo, sia sull’Ortles, chiamata “Gnadenlos” (spietato), lunga circa 300 mt, sia sul Gran Zebrù, chiamata Schattenspiel, lunga oltre 400 mt. Un aiuto è giunto dal fatto che conosco molto bene la zona e negli anni ho fatto tanti sopralluoghi; mi piace ricordare come già da piccolo insieme a mio papà Albert, che mi ha trasmesso tutto l’amore e la passione per la montagna, sono salito su tutte le cime circostanti. Questa zona è un po’ la mia casa… Vorrei raccontarvi brevemente com’è il mio approccio a questo tipo di sfide, come nel caso dell’Ortles e Gran Zebrù. Prima di tutto cerco di far valere la parte razionale di me, sforzandomi di capire se una via è fattibile oppure no, approcciando a un’analisi dettagliata del terreno, della pendenza, del tipo di ghiaccio, delle condizioni meteo, della lunghezza e del dislivello, ma sempre con il massimo rispetto verso la montagna. Se tutto coincide, poi, si passa al lato pratico e la sfida può avere inizio!

 

 Nuova via di ghiaccio Gnadenlos per Daniel Ladurner sul Gran Zebrù

 

Uno degli aspetti che mi affascinano di più dell’arrampicata su ghiaccio è il mix tra concentrazione e rilassatezza che mi sforzo di ricercare, è come se andassi in una forma di trance cosciente, dove il corpo avanza, aggrappato a piccozze e ramponi, adattandosi all’unisono con le forme del ghiaccio, che non sono mai le stesse, mai. Solo quando l’impresa termina mi rendo veramente conto di cosa ho o abbiamo fatto, liberando del tutto la mia parte emotiva e condividendo tutte le emozioni con gli amici davanti una birra.Scalare su ghiaccio su vie impegnative come quelle recentemente aperte sull’Ortles e Gran Zebrù mette sotto esame corpo e mente per tante ore e, certamente, in questo senso non è facile mantenere l’asticella alta. Spesso mi chiedo come si possa andare ancora oltre come impegno… e la risposta è certamente sì se penso alle montagne oltre i 5.000 metri.

 

Nuova via di ghiaccio Schattenspiel sull'Ortles per Daniel Ladurner

 

Il mio andare oltre è alimentato anche dall’allenamento che svolgo. Vado in montagna praticamente tutto l’anno dove mi piace fare attività a 360°, ovviamente a seconda della stagione. Vado anche in palestra, dove regolarmente pratico l’arrampicata sportiva, ma lo confesso… preferisco stare all’aria aperta. Il prossimo inverno ad esempio ho organizzato un viaggio in Siberia per fare sci estremo e ho in mente anche delle cascate, due o tre, che monitoro in quanto si possono formare ogni 5, 8, 10 anni, insomma non è dato saperlo, e questa cosa è stupenda. Poi vorrei cimentarmi sulla via di ghiaccio “Mistera” sulle Dolomiti e sulla Nord dell’Eiger.

 

 Daniel Ladurner indossa l'orologio da alpinismo Suunto Spartan Ultra

 

Sono molto contento delle due vie aperte su ghiaccio sull’Ortles e Gran Zebrù e del mio compagno di “polso”, infatti, se siamo riusciti nelle imprese in parte è grazie anche ai dati altimetrici e della distanza percorsa forniti dal mio Suunto Spartan Ultra. Ad esempio importantissimo nelle risalite su giaccio è sapere a che altezza o distanza mi trovo rispetto al punto di partenza, così so di preciso quanto manca al termine. Sembra banale, ma è utile per valutare lo sforzo e capire se l’attrezzatura a seguito permette di completare o no la salita, senza dimenticare poi le funzioni GPS e Storm Alarm. 

 

 

Queste straordinarie avventure, sull'Ortles e Gran Zebrù, le ho condivise con i miei amici e grandi alpinisti, parlo di Johannes Lemayer, Herbert Plattner e Wolfgang Hell, anche lui ambassador Suunto.
Alla prossima!