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Scalare in Oman. Il racconto di Tommaso Lamantia.

20 marzo 2017

L'ambassador Suunto Tommaso Lamantia in spedizione in Oman

Scalare in Oman. Il racconto di Tommaso Lamantia.
31 dicembre 2016 – 12 gennaio 2017

È la metà del mese di dicembre e sono a scalare con un amico. Con lui, parlando di progetti futuri, vengo a sapere che con un piccolo gruppo stava pensando di puntare la metà più in la, in un luogo lontano dal fascino irresistibile: scalare in Oman durante il periodo di capodanno.
Viaggiando spesso per lavoro ero stato proprio il mese precedente negli Emirati Arabi ed ero molto incuriosito di vedere le montagne dell’Oman, dal momento che avevo già fatto un viaggetto di circa 1.500 km attraversando tutta l’area montuosa, arrivando fino al punto più alto di questo straordinario Paese. La montagna più alta in Oman si chiama Jabal Shams, con una cima a quota 3.075 m, in arabo جبل شمس, significa montagna del Sole e si trova nelle vicinanze della città di Al Hamra, sulla catena dei monti Al Hajar.
Certo, la vetta vera e propria di per sé non ha nulla di “tecnicamente” interessante per chi vive nel cuore delle Alpi, ma poco più sotto si trovano molti punti straordinariamente panoramici sul Wadi Ghul, anche chiamato il “Gran Canyon d’Arabia”.
Così, da una parte conoscendo (a grandi linee) il luogo dove volevano andare a scalare e dall’altra spinto dalla voglia di mettere le mani su quelle affascinanti rocce, che avevo solamente ammirato da lontano, verso la fine di dicembre ho deciso di fare parte del gruppo, ho acquistato il biglietto aereo, e via…
Il 31 dicembre sono partito insieme a questo bel gruppo di ragazzi! Certo, per me si prospettava tutto come un’esperienza nuova, infatti, conoscevo bene solamente Giovanni, mentre avevo scalato unicamente un paio di volte con Marcello. Il resto del gruppo invece, formato da Daniele, Manrico, Micaela e Antonella, per me era del tutto nuovo, ma in brevissimo tempo tutti si sono mostrati fantastici compagni di viaggio.
Siamo partiti in 4 dall’aeroporto della Malpensa, poi abbiamo incontrato Manrico, Micaela e Antonella a Istanbul dove, tutti insieme, verso le 10 di sera, siamo saliti sul secondo aereo diretto a Muscat. Niente paura, a mezzanotte abbiamo brindato all’anno nuovo con ottime bottigliette di vino della Turkish Airline, festeggiando al meglio il nostro capodanno e, soprattutto, l’inizio ufficiale di una serie di avventure bellissime. Che ora vi racconto…
Appena arrivati a Muscat a bordo di 4x4 ad altissimo consumo di carburante siamo partiti per il sud del Paese; li abbiamo deciso di ripetere una via nel Wadi Tiwi: un selvaggio canyon a fianco del più commerciale o, se volete, conosciuto Wadi Shams.

Tommaso Lamantia scala le montagne dell'Oman

Una volta in parete, la via si è mostrata impegnativa per la tipologia della roccia e per la totale mancanza di protezioni in loco. L’unica differenza tra questa ripetizione e una nuova apertura era data dal fatto che in alcune soste era presente uno spit e dalla certezza di sapere che qualcuno era già passato, ma chissà quando, e come… Essendo questa una ripetizione avevamo con noi solamente una serie di friend e il materiale personale per l’arrampicata. Ma ben presto la tranquillità del sapere che qualcuno era già passato si è azzerata perché non avevamo con noi nessun chiodo, martello o altro materiale simile per allestire una sosta, non solo, l’utilizzo di protezioni veloci non era poi cosi scontato.

 

Nuove vie di arrampicata in Oman


Non ci siamo arresi, ne demoralizzati. Abbiamo comunque portato a termine la via con soddisfazione e, visto che s’era fatto tardi, ci siamo cimentati in spettacolari calate al buio. Un mondo surreale era intorno a noi: il rientro nell’oscurità del Wadi, con i suoi massi erratici da aggirare e tutti i terrazzamenti di palme, di volta in volta sempre diversi, ci ha fatto vivere a pieno tutta l’avventura. Che dire… un ottimo battesimo con l’arrampicata in Oman.
Il giorno dopo l’abbiamo dedicato al relax e al riposo, facendo anche un bagnetto nel Wadi Shams; dopodiché ci siamo spostati nella zona dove sono concentrate le maggiori montagne di questo affascinante Paese. Nell’area di Nizwa, infatti, si trova la maggior concentrazione di rilievi. Abbiamo trovato e contrattato una stanza a Bahla e, utilizzandola come sorta di campo base, abbiamo cominciato la nostra esplorazione di pareti e vette da scalare, dove poter lasciare il nostro segno.
Tra fantastici incontri con persone del loco e una serie di cene in ristoranti molto economici abbiamo ottenuto importanti informazioni, così siamo riusciti a conoscere meglio l’area, esplorandola con cura e riuscendo ad aprire in tutto ben 5 nuove linee, tra i 100 m e i 400 m. Wow!

Arrampicare in Oman Tommaso Lamantia apre nuove vie


La prima via aperta è stata “Mia nei giardini di Zaherd”, ubicata sulla prima torre di Al Hamra, cosi sono chiamate le 3 torri di Jabel Foka. La via si sviluppa in linea diretta lungo una serie di placche molto lavorate, tra cui le ultime con un’esposizione molto forte. La via in totale è lunga 240 metri circa e ha una difficoltà di VII/A0 grado e, curiosità, abbiamo deciso di chiamarla cosi perché il giorno di apertura siamo stati invitati a cena da Zaherd: omanita molto ospitale che sotto la parete si trova la sua casa e, come si può immaginare, i suoi giardini sono straordinariamente carichi di frutta e verdura.
Nei giorni seguenti ci siamo impegnati ad aprire una linea sulla torre centrale di Jabal Foka, battezzata “Bahla coi Lupi”, dove, simpaticamente, noi eravamo i lupi e Bahla il nostro campo base. Questa via vanta uno sviluppo di 320 metri circa e una difficoltà di VII+/A1 grado.
Non è finito qui. Abbiamo esplorazione anche Wadi Bani Awr, dove ci siamo accorti che mancava una diretta alla “Wall of Shadows”: una bella parete di 200 metri. Il giorno seguente nasceva così la via “No Wind No Wine” intitolata cosi perché dopo parecchi giorni di caldo abbiamo testato sulla nostra pelle la forza del vento a 2.200 m e, in sosta, chiacchierando per cercare di sopportare il freddo e il vento, ci immaginavamo la sera a cena con una bella bottiglia di vino (cosa peraltro molto difficile da trovare in Oman). Ne è valsa la pena: è uscita una bellissima direttissima di 200 m di sviluppo con difficoltà intorno al VII+ grado.
Dopodiché, vicino al paesino abbandonato di Ghul, siamo riusciti a trovare una serie di fessure molto interessanti dove non era ancora passato nessuno. Visto poi la comodità della parete, la sua bellezza e il numero elevato di vie presenti, essendo riusciti a scovare una nuova linea, l’abbiamo battezzata… “Ma che Ghul” con uno sviluppo di 100 m e difficoltà sul VI/VI+ grado.
L’ultima aperta è stata una via totalmente in stile “trad” ubicata in Wadi Tanuf: un’altra bellissima area con grandi pareti. La via è stata battezzata “Fantasia Trad” ed ha uno sviluppo di circa 400 m con difficoltà di VI+.

I posti migliori per scalare in Oman secondo Tommaso Lamantia


Per chi volesse ripercorrere le nostre vie, sopra descritte, servono solamente protezioni veloci, una buona esperienza nel proteggersi e nel muoversi su terreno di tipo alpinistico. Già perché anche se per la maggior parte delle soste e per i tiri in placca abbiamo usato gli spit, rimangono ancora alcune sezioni impegnative. Abbiamo cercato di attrezzare le vie per una ripetizione più sicura, ma lasciando il giusto ingaggio per il divertimento dei futuri scalatori.
Durante questa esperienza in Oman i miei compagni di avventura sono stati Manrico Dell’Agnola, Marcello Sanguineti, Giovanni Pagnoncelli e Daniele Canali. Grazie a tutti!